Tratto dal mio ultimo libro Tempo-Musica. Il relativismo musicale.

Nel Relativismo Musicale, ad aver un ruolo centrale è il contesto, il contorno, il momento, non più la melodia o l’armonia. Senza tralasciare l’aspetto melodico-armonico-ritmico. Come dire “la bella musica” in un “bel” tempo. Le note ci sono già, è il tempo in cui si collocano che fa la differenza. Il Relativismo ha a che fare con momenti musicali, orari della giornata, stati d’animo. È un qualcosa di relativo al tempo dell’ascoltatore.

E per ognuno di noi è diverso: a seconda della persona provoca una reazione diversa.
Il tempo e l’emozione sono diversi per ognuno di noi.
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Lo stesso brano potrebbe essere eseguito in dieci diversi momenti della giornata e ogni volta avrebbe un sapore diverso, un’esecuzione diversa, proprio com’era per gli impressionisti con i quadri.

Come se l’attenzione musicale si spostasse in altri ambiti, non sempre e solo su note, armonia e ritmo. Il tempo è importante, lo spazio anche, la geometria musicale-spazio-temporale è il frutto di tutto ciò. Un CD potrebbe contenere dieci tracce identiche ma suonate in diversi momenti della giornata. Ed è quello che ho fatto nel mio ultimo lavoro discografico, “Thanks Galilei”.